• 19 Aprile 2024 11:45

Alberto L’Abate (1931-2017)

Diadmin

Ott 19, 2017
L'Abate 1

Sociologo, docente universitario, esperto di metodologia della ricerca sociale, era appassionato soprattutto di ricerca/azione. La sua caratteristica, portata avanti per tutta la vita, fino all’ultimo giorno, lasciando tanti progetti e impegni già assunti nella sua agenda, era proprio quella di ricercatore e attivista. Studiare e agire.

Innumerevoli le lotte di cui è stato protagonista, dagli anni passati in Sicilia, con Danilo Dolci, alla lotta antinucleare a Montalto di Castro (fu anche denunciato e processato per l’occupazione dei binari); dall’ambasciata di pace a Pristina, agli scudi umani a Baghdad; dalla verde vigna di Comiso, contro l’installazione dei missili nucleari, fino al Parco della pace a Vicenza, per contrastare la base militare Dal Molin.foto alberto l'abate

Attivissimo nel Movimento Nonviolento e nel MIR (ha partecipato anche alle due ultime assemblee nazionali di Roma e di Palermo) è stato fondatore dei Berretti Bianchi e fino all’ultimo presidente onorario di Ipri- Rete Corpi Civili di pace; promotore di corsi universitari per operatori di pace, gestione e mediazione dei conflitti, ha scritti innumerevoli saggi, libri, articoli sui temi della pace e della nonviolenza. Il rigore scientifico e la generosità nella militanza, erano sempre mescolati con una trasparente dimensione umana, di fratellanza e apertura, che lo facevano ben volere ovunque andasse a mettere in atto i suoi progetti costruttivi: in Kosovo come in Sicilia, in India come Sardegna. A Firenze era il punto di riferimento per le attività della Fucina della nonviolenza.

L'Abate 5Ci vorrà tempo per ricostruire nei dettagli la sua lunga biografia.

Ora è il momento del viaggio della sua anima.

Lo accompagniamo con amicizia e amore, insieme alla sua amatissima famiglia.

Movimento Nonviolento

19 ottobre 2017

L'Abate 3

Di admin

8 commenti su “Alberto L’Abate (1931-2017)”
  1. Ciao Alberto,
    ti vediamo a Montalto di Castro con gli indiani metropolitani, a Comiso, a occupare la base dopo la lunga marcia da Catania e poi a tessere la Ragnatela della pace con AnnaLuisa, ad Aviano con Peppe Sini e don Albino Bizzotto, contro i missili e i bombardieri in partenza per quell’Irak e quel Kossovo che ti hanno visto ambasciatore di pace e “schermo umano” contro gli Stranamore politici e militari.
    Attivo e vivace fino al’ultimo, anche da noi in Ecoistituto del Veneto, l’anno scorso, a spiegare come sia possibile fermarli e come le vere rivoluzioni sono state solo quelle nonviolente. Sei qui con noi, cammini con Aldo Capitini, Danilo Dolci e Piero Pinna.
    Michele Boato e Maria Cossu

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.