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L’AGESCI e la Marcia per la Pace 2014

Diadmin

Lug 8, 2014

Un percorso che ci ha portato ad uscire dalla Tavola della Pace per costituire, nel dicembre del 2013, il nuovo raggruppamento della Rete della Pace insieme ad altre importanti organizzazioni nazionali quali la FOCSIV, ACLI, ARCI, LEGAMBIENTE ed altre.
Tale scelta era originata dalla consapevolezza di una necessità di un cambio di gestione nella Tavola della Pace che poggiasse su tre assi:

  • Individuazione di chiare e definite regole statutarie circa le modalità organizzative della rete di rappresentanza. Riteniamo importante far parte di reti ed organismi rappresentativi di più associazioni, ma solo in presenza di un contesto definito;
  • Certezza di bilancio e gestione finanziaria: la gestione economica della tavola presentava diversi aspetti poco chiari come l’assenza di un bilancio certificato e la presunta presenza di alcuni debiti contratti nell’organizzazione delle precedenti marce. Nonostante le nostre richieste non siamo riusciti ad avere contezza di nessun dato di bilancio avvalorando così la tesi di movimenti poco chiari;
  • Sostituzione del coordinatore nella persona di Flavio Lotti. Tale persona è stata sino ad ora l’unico coordinatore della Tavola della Pace dalla sua fondazione ed in virtù di un principio di ricambio democratico e vitale della cariche avevamo chiesto una sua sostituzione. Tale necessità nasceva anche dalla sua recente candidatura alle elezioni politiche ritenendo quindi che non fosse possibile lasciare una carica per poi riprenderla subito dopo l’esito negativo delle elezioni. Gli incarichi non sono come “magliette” che si cambiano in continuazione.

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Entrando nel merito non possiamo che essere comunque consapevoli della bontà dell’appello con cui viene lanciata la “Perugia-Assisi”, ma riteniamo centrale ribadire come:

  1. La marcia della Pace è patrimonio di tutti e non di una singola realtà, in questo caso il coordinamento enti locali per la Pace, che decide autonomamente data, percorso di avvicinamento e piattaforma valoriale;
  2. La scelta di convocarla senza condividere l’appello con la Rete della Pace e con altre realtà associative rappresenta una scelta unilaterale che non possiamo condividere nel metodo e nella forma. Parlare di pace significa anche ragionare sulla costruzione di ponti, significa integrare, dovrebbe muoversi nella direzione dell’inclusione invece che tendere ad escludere alcuni soggetti;
  3. Una nostra adesione ora sarebbe come una sconfessione del percorso e del contesto in cui ci troviamo ad operare. Non deve essere letta come semplice risposta ad una mancata condivisione della convocazione della marcia, ma come scelta coerente di fronte ad un quadro che purtroppo non ha avuto alcun reale segno di cambiamento;
  4. Non si può partecipare ad un evento in cui il supremo valore della pace non trova corrispondenza nelle più elementari forme di rispetto reciproco, risoluzione dei conflitti e costruzioni di reti democratiche.

Il valore della promozione di una cultura della pace a partire dalle realtà quotidiane rimane un punto imprescindibile della nostra educazione e riteniamo utile ribadirlo. Non veniamo quindi meno a questo obiettivo proprio perché lo pratichiamo quotidianamente nei nostri gruppi e nelle unità, ma non è la partecipazione ad una marcia l’unico strumento o l’unico luogo dove poter promuovere questi valori.
Non possiamo nascondere come tale scelta segni un passaggio storico visto il ruolo che la nostra associazione ha da sempre avuto nel movimento della Pace, ma ribadiamo che non si tratta di ammainare la bandiera arcobaleno, ma di rilanciarla nei nostri gruppi e nelle nostre realtà territoriali: non uno spot di una giornata, ma una lunga marcia vissuta giorno per giorno.
Rimaniamo comunque a disposizione per fornire ulteriori chiarimenti a chi ne avesse bisogno, consapevoli dell’importanza di questo momento.

Marilina Laforgia Matteo Spanò
Presidenti del Comitato nazionale AGESCI

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