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Sconvertitevi

DiDaniele Lugli

Apr 2, 2018

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I musulmani sarebbero un milione e quattrocentomila, in calo rispetto allo scorso anno. Molti di più i cristiani, e in crescita, due milioni e novecentomila. Tra loro primeggiano, in ulteriore crescita, gli ortodossi, più di un milione e seicentomila. I cattolici sono poco più di un milione e in leggero calo. A loro si aggiungono cristiani di altre chiese (evangelisti e copti in evidenza). Minor peso hanno altre religioni: buddisti 188mila, induisti 73mila, sikh 72mila, altri 57mila. Risulterebbero non professare alcuna religione in 320mila. Fossero un po’ di più questi – mi dico – almeno atei e agnostici non fanno guerre di religione. Ma poi ricordo estreme violenze commesse in nome di ideologie senza riferimenti religiosi.

La forte componente ortodossa un po’ mi conforta. Li penso intenti a dormire (meditare forse) e cantare, cantare e dormire. So che hanno dei conti in sospeso con la chiesa cattolica, perché è lei la scismatica. Ma le invettive non uccidono nessuno. Poi mi ricordo che i serbi, in maggioranza non battezzati, si sono sentiti pervasi di ortodossia per scannare meglio i musulmani fino a quel momento loro concittadini jugoslavi. E che questi si sono sentiti poi fervidi credenti ammaliati da predicatori salafiti. Negli Stati Uniti fondamentalisti evangelicali e cattolici integralisti sono uniti nel sostegno a Trump, il nuovo Costantino a capo dell’Impero, contro tutti i cattivi e miscredenti, contro l’asse del male, che Bush aveva già individuato. Lo incoraggiano alle peggio cose.

L’estremismo religioso non risparmia nessuna fede. Così vediamo buddisti intenti a perseguitare in Birmania, Tailandia, Sri Lanka chi non è religiosamente e razzialmente puro. Neppure gli indù scherzano quanto a violenze e persecuzioni nei confronti di chi non si adegua alla superiorità della hindutva, l’induità, che vorrebbe distruggere la costituzione democratica e la tolleranza. A me arriva una rivista, non so chi mi abbia messo nell’indirizzario, si chiama Chiesa viva. Pare che l’ultimo Papa cattolico sia stato Pio XII. Gli altri sono emanazione, via via più evidente, del maligno. Quello attuale potrebbe essere il maligno in persona…

A noi preoccupa in particolare la galassia jihadista, che sta dentro l’immenso mondo islamico. Il nostro Paese ne è stato fin qui risparmiato o marginalmente interessato, ma l’islamofobia è in crescita. Una minoranza che si rivela nel modo più sanguinoso determina il sospetto nei confronti di tantissimi. È che quando la religione – o meglio quando una sua lettura che si pretende la sola vera, autentica, vissuta – si mescola alla politica forma una miscela, alla lettera, esplosiva. La religione è di suo una sostanza da trattare con cura, con effetti diversi e contrapposti. Ho conosciuto, e conosco, uomini di religione straordinari. In loro mi sembra vedere un’aggiunta di considerazione nei confronti degli altri, di tutti gli esseri, come se fossero molto di più di quello che appare, di quello che la storia li ha fatti.

Anche quando non si ha questi effetti, che paiono allargare mente e cuori, la religione resta un potente lenitivo per le sofferenze, che la natura e noi stessi ci infliggiamo quotidianamente. Opium des Volkes appunto. Ma, come per altre sostanze, potenti e pericolose, anche in questo caso, bassa qualità, pessimi “tagli”, risultati di sintesi incontrollate, uso smodato, danno esiti fatali. Quella cattiva scaccia quella buona, come Gresham ha detto per la moneta. Gli effetti ricadono sui consumatori e non solo su di loro. Anche per questo non possiamo non interessarcene. È importante comprendere come ne avviene invenzione, produzione, diffusione, consumo, che si fa spaccio entusiasta di un credo omicida. Ci sono studi e interpretazioni volti a comprendere le ragioni profonde di quanto avviene. So che ci sono responsabilità che vanno ben oltre gli adepti. Non provo neppure ad accennarne.

Penso potrebbe servire l’esperienza di chi ci è passato e ne è uscito. Gruppi di auto aiuto, come per alcolisti anonimi o uomini violenti. Anche se qui la cosa è più profonda. È la risposta a una domanda di molti, se non di tutti. Che senso hanno la vita e la morte proprie e quelle degli altri? Inaccettabile è che la vita sia un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore, e senza alcun significato. Meglio una risposta semplice e assoluta: noi siamo nel vero e nel bene, gli altri nel falso e nel male. Ci odiano e ci attaccano, eliminarli è un dovere.

Mi ascoltassero direi sconvertitevi. Tornate a prima, alla religione di casa vostra, islamica o no che fosse. Questa vi fa proprio male. Intanto provate le sette leggi di Noè. A me pare vadano più o meno bene per tutti, ma qui immagino di rivolgermi a super islamici, che si affidano al Corano. Noè (Nuh) c’è tantissimo, in varie Sure. Una gli è interamente dedicata, la 71. E nella 42, La consultazione, è detto Vi ha prescritto la religione che già racccomandò a Noè. E i precetti che valgono per tutte le genti sono sette in tutto. Io mi sforzo di osservarli e ci riesco abbastanza: niente stupri o incesti, non smembrare animali vivi per mangiarne, non rubare e soprattutto non uccidere. Riguardano le relazioni con gli altri tuoi pari. Non chiamare in causa dio e non farti idoli al suo posto. Dopo sei divieti viene un precetto positivo: istituisci corti di giustizia. Non ti farai dunque giustizia da solo.

Di Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2923), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948

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