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Speranza Vaticana

DiMao Valpiana

Set 26, 2014

La storia è vecchia. Uno aspetta che inizi l’altro; e poiché non si fida, per precauzione si arma un po’ di più. Non si sa mai. E’ così che siamo arrivati ad una situazione insostenibile. Non ci sono mai state tante armi in giro per il mondo come ora. E non sto a fare differenze tra ordigni più o meno micidiali. Per la vittima fa poca differenza se muore a causa di un coltello ben affilato nelle mani di un fanatico assassino tagliagole dello Stato Islamico, o per i colpi d’artiglieria dell’esercito israeliano su Gaza; per raid aerei sull’Iraq, o per un’autobomba di un’attacco terroristico in qualche città occidentale… una pallottola o una bomba atomica uccidono allo stesso modo. E’ solo questione di numeri, di quantità, ma per il singolo il destino è lo stesso e vale per l’eternità.

Allora, per ridurre il potenziale bellico, bisogna che qualcuno inizi a disarmare, a rinunciare al proprio esercito. Abolendolo. Un primo passo che potrebbe essere seguito da altri.

Il buon esempio, solitamente, non viene mai dai grandi e dai potenti, dagli arroganti e dai fanatici.

Ci vuole un saggio, un coraggioso, un visionario capace di un gesto profetico, illuminato, utopico.

Può essere Papa Francesco questo uomo nuovo?

Sarebbe bello poter iniziare a disarmare proprio l’esercito più piccolo e più debole del mondo. La Guardia Svizzera Pontificia conta solo 110 uomini tra ufficiali, sottufficiali e truppa, è dotata escluisivamente di armi bianche, corazze, elmi, alabarde, spadoni. Fondata nel 1506, intraprese l’ultima battaglia nel 1870 contro le truppe regie entrate dalla breccia di Porta Pia. Da allora, terminato il potere temporale dello stato pontificio, la Guardia ha soltanto il compito di garantire l’incolumità della persona fisica del Papa, la sicurezza dei palazzi del Vaticano e di Castel Gandolfo. Eppure è un esercito: piccolo, innocuo, pacifico, ma sempre esercito è.

Papa Francesco potrebbe fare un annuncio rivoluzionario: il disarmo unilaterale del Vaticano, convertire i propri militari in civili. Con la forza morale che ne deriverebbe, potrebbe inviare per il mondo i propri nunzi apostolici a chiedere il disarmo unilaterale degli altri stati. La via maestra è solo questa, ognuno inizi a disarmare se stesso.

Delle guardie svizzere salverei volentieri solo la divisa. L’unica uniforme militare che mi piace. Colorata, artistica, elegante, bella. La leggenda dice che l’abbia disegnata Michelangelo. Pare non sia così, ma è stata celebrata da Raffaello; i colori dei Medici, blu, rosso, giallo, ci richiamano ad un’eleganza rinascimentale che ben si adatterebbe al primo esercito smilitarizzato.

La divisa del disarmo unilaterale.

Mao Valpiana

 

Di Mao Valpiana

Presidente del Movimento Nonviolento e direttore della rivista Azione nonviolenta

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