• 18 Luglio 2025 19:22

I referendum e la persuasione di una metodologia nonviolenta

DiGiorgio Gatta

Giu 5, 2025
Devo dire che ho appreso con una certa ilarità la preoccupazione che ha suscitato l’imbrattamento dei manifesti (vedi foto) nella chat dei rappresentanti di lista per il SÌ.
Ho risposto che i ‘professorini’ – come li chiamo io – hanno scritto in maniera corretta, musulmana, anziché le due esse che si mettono di solito…
Dire che gli italiani sono razzisti è per me una cosa ovvia…deducendolo dalla mia lunga esperienza di cultore dei Diritti Umani…
È come dire che il Colosseo l’hanno costruito i romani!!! Non ve ne pare?
La nota positiva è che finalmente una persona che non la pensa come noi è venuta allo scoperto:
“Lei, che è di una certa cultura, venga a discutere con noi!” – mi piacerebbe dirgli.
La mancanza di partecipazione dei cittadini agli avvenimenti politici e sociali che influenzano considerevolmente le nostre vite, è il male più evidente che affligge il nostro Paese.
“Tanto non cambierà mai nulla!”
Così si dice!
Quindi tanto vale pensare esclusivamente per sé e dare una sorta di delega in bianco a dei politici che non sanno nulla di noi.
Individualismo colto all’estremo (VS) una comunità civile coesa e dialogante.
Bisogna a qualsiasi costo invertire la tendenza usando nel linguaggio modalità non impositive, creative ed ironiche, se si può.
Quell’imbrattamento è paradossalmente una magnifica opportunità per aprire un dialogo.
Rispondere con sarcasmo e disprezzo a una violenza subita non migliora la (Tua) causa!
Il rischio è grosso di una deriva dei valori democratici sui diritti in Italia e discuterne fra cittadini per una partecipazione consapevole al voto, come per i referendum dell’8 e 9 giugno, è espressione di una civiltà matura.
Se n’é perfino accorta la Chiesa Italiana che invita a votare per i Referendum.
Dice infatti il Vicepresidente della CEI e Vescovo di Cassano allo Ionio, Francesco Savino:
“L’astensione non è mai neutra. È un silenzio che svuota la democrazia del suo significato partecipativo”.
“Quindi caro amico razzista, più o meno consapevole, discutiamo del futuro convivere civile!
Vieni a dire la tua nel segreto dell’urna!!!
Intanto insieme alziamo il quorum, perché se il nostro voto sarà vano, né io e né te avremmo potuto incidere significativamente sulle leggi.
Perché ai referendum tutti decidiamo in maniera diretta!
Che ne dici? Ci stai?”
Giorgio Gatta

Di Giorgio Gatta

Giorgio Gatta ha maturato una lunga esperienza nell’associazionismo e nel volontariato per la promozione della cultura della pace. In questo ambito, ha esercitato professionalmente l’attività di formatore per la gestione e la trasformazione dei conflitti con le tecniche della nonviolenza, giungendo a sviluppare progetti nell’ambito dell’Economia Civile. Dal 2004 al 2009, è stato tra gli organizzatori del “Corso per Mediatori Internazionali di Pace” a Bertinoro, facendo parte del suo comitato scientifico. L’iniziativa è stata realizzata nel 2010 nella sede di Santa Sofia (FC) del Centro Residenziale Universitario. Dalla seconda metà degli anni '80 ha sviluppato una lunga serie di esperienze di studio e di relazioni, fino ai giorni nostri, in ambito interculturale e verso la metà degli anni '90 inizia a intraprendere delle esperienze di dialogo interreligioso sia come dialogo ecumenico con le altre confessioni cristiane che dagli anni 2000 come dialogo cristiano-islamico. Attualmente è presidente dell’Associazione T-ERRE Turismo Responsabile di Faenza www.t-erre.org che nasce all’inizio del 2007, con lo scopo di sviluppare iniziative e progetti promozionali, di viaggio, culturali e formativi nel campo del turismo responsabile.