• 18 Luglio 2025 19:12

L’obiezione di coscienza e alla guerra in Europa. Esce il report annuale di EBCO-BEOC

DiRedazione

Giu 7, 2025

Il Bureau Europeo per l’Obiezione di Coscienza (EBCO) annuncia la pubblicazione del proprio Rapporto Annuale “Obiezione di coscienza al servizio militare in Europa – 2024”, disponibile online sul sito www.ebco-beoc.org.

Qui il comunicato originale

Scarica qui il report completo


Prefazione di Daniele Taurino, Presidente EBCO 

Il Rapporto Annuale 2025 di EBCO sull’obiezione di coscienza al servizio militare in Europa viene pubblicato in un contesto globale sempre più complesso e militarizzato. Dal riemergere della leva obbligatoria in vari paesi europei alle brutali conseguenze delle guerre in corso in Europa e oltre, dai contrasti tra l’Unione Europea e la “nuova” amministrazione Trump negli Stati Uniti fino ai piani di riarmo europeo (che però riguardano i singoli Stati nazionali), la richiesta di riconoscimento e protezione degli obiettori di coscienza è oggi più urgente che mai.

Il rapporto 2024 evidenzia violazioni persistenti e nuove minacce al diritto all’obiezione di coscienza nel quadro del Consiglio d’Europa. Tra queste: la continua persecuzione degli obiettori in Russia, Ucraina, Bielorussia e Turchia. Di rilievo, quest’anno, è anche l’impegno di EBCO e dei suoi partner per incidere sui meccanismi giuridici internazionali: il nostro ricorso collettivo al Comitato Europeo dei Diritti Sociali contro la Grecia è un esempio della nostra strategia volta a rafforzare le tutele previste dalla Carta Sociale Europea.

È importante chiarire perché questo rapporto, pur essendo di portata globale, non tratta gli obiettori israeliani o la guerra a Gaza. Il mandato di EBCO si concentra sull’area del Consiglio d’Europa e sui suoi Stati membri (attuali ed ex). Sebbene esprimiamo piena solidarietà a chiunque resista alla militarizzazione e alla violenza, il nostro ambito di monitoraggio rimane definito legalmente e istituzionalmente. Ciononostante, ribadiamo il nostro sostegno morale e politico agli attivisti per la pace israeliani e palestinesi e condanniamo ogni forma di occupazione, aggressione e violenza indiscriminata contro i civili.

Con i conflitti che imperversano in Ucraina, Armenia-Azerbaigian e in altre regioni, dobbiamo anche pronunciarci con chiarezza contro la crescente militarizzazione all’interno dell’Unione Europea. Il piano per “riarmare l’Europa” non solo minaccia il futuro pacifico delle nostre società, ma mina anche lo spazio democratico necessario per costruire una cultura dei diritti umani e della pace. Riconosciamo l’obiezione di coscienza non solo come un diritto umano (e in particolare un “diritto giovanile”, secondo la definizione del Forum Europeo della Gioventù di cui EBCO è membro), ma anche come un pilastro della resistenza civile a queste tendenze. Deve essere protetta e promossa come atto legittimo e nonviolento di dissenso.

Ci opponiamo con forza all’aumento proposto di 800 miliardi di euro per la spesa militare dell’UE, che rappresenta una deviazione diretta di risorse dai servizi pubblici essenziali come sanità, istruzione e lotta alla crisi climatica. Questo enorme investimento arricchirà l’industria bellica a scapito della pace, della giustizia sociale e del benessere delle future generazioni. Piuttosto che aumentare la sicurezza, accrescerà i rischi di guerra, le disuguaglianze sociali, il collasso climatico e il debito pubblico. L’Europa ha bisogno non di più armi, ma di una svolta coraggiosa verso una sicurezza reale, sociale, ecologica e condivisa per tutti.

Questo rapporto non è solo un registro di violazioni, ma anche una testimonianza di resilienza. EBCO continua a partecipare attivamente alla campagna internazionale ObjectWar Campaign, promossa insieme ai network mondiali War Resisters’ International, International Fellowship of Reconciliation e alla ONG tedesca Connection e.V.. La campagna riunisce soggetti della società civile in Europa e oltre per sostenere gli obiettori di Russia, Bielorussia e Ucraina. Difendiamo il loro diritto all’asilo, alla protezione e alla libertà dalla persecuzione, e lavoriamo affinché nessuno sia costretto a partecipare alla guerra contro la propria coscienza.

Nell’ambito delle nostre attività di advocacy, meritano particolare attenzione le conclusioni dell’opinione amicus curiae della Commissione di Venezia (organo consultivo del Consiglio d’Europa per il diritto costituzionale), in risposta a un ricorso costituzionale presentato da Dmytro Zelinsky, avventista del settimo giorno incarcerato per obiezione di coscienza. Secondo la posizione che difendiamo, la Commissione ha affermato senza ambiguità che “in nessuna circostanza un obiettore di coscienza può essere costretto a portare o usare armi, nemmeno per autodifesa dello Stato”.

Allo stesso tempo, va segnalato uno sviluppo profondamente preoccupante all’interno dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE), dove è stata introdotta una mozione volta a screditare gli obiettori russi e gli attivisti contro la guerra, invitando gli Stati a non sostenerli, anche negando asilo e aiuti finanziari. Questo rappresenta un attacco all’intero movimento pacifista, che in questo contesto viene ingiustamente presentato come strumento della propaganda russa. Dobbiamo riconoscere la necessità di resistere a tutte le forme di guerra, inclusa quella informativa, e di mobilitare la società civile verso la resistenza nonviolenta.

Proprio mentre stavo per iniziare a scrivere questa prefazione, abbiamo ricevuto la notizia della morte di Papa Francesco. È stato un instancabile difensore della pace e della dignità umana, e la sua voce ci mancherà profondamente. Tra i ricordi legati a questo Papa, vorrei menzionare l’incontro in Vaticano nel febbraio 2023 con tre donne nonviolente – Katya Lanko, Olga Karach e Darya Berg, rappresentanti di obiettori, disertori e renitenti alla leva da Ucraina, Bielorussia e Russia. Dopo aver partecipato all’udienza generale con Papa Francesco, hanno dichiarato: “Siamo qui per dire che ci sono persone che non vogliono combattere, che non vogliono trovarsi con le armi in mano, che non vogliono né uccidere né essere uccise”. Il Papa ha inviato loro la sua benedizione apostolica.

Considero il suo ultimo messaggio Urbi et Orbi come una sorta di testamento spirituale e politico:

“La pace non è possibile senza un vero disarmo! L’obbligo di ogni popolo a provvedere alla propria difesa non deve trasformarsi in una corsa al riarmo. La luce della Pasqua ci spinge ad abbattere le barriere che creano divisione e gravi conseguenze politiche ed economiche. Ci spinge a prenderci cura gli uni degli altri, a rafforzare la solidarietà reciproca, a lavorare per lo sviluppo integrale di ogni persona umana. Invito tutti coloro che hanno responsabilità politiche nel mondo a non cedere alla logica della paura, che porta solo all’isolamento, ma ad utilizzare le risorse disponibili per aiutare chi ha bisogno, combattere la fame e sostenere iniziative di sviluppo. Queste sono le ‘armi’ della pace: armi che costruiscono il futuro, invece di seminare morte!”


Il nostro rapporto si chiude con raccomandazioni forti agli Stati, tra cui:

  • pieno riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza in ogni circostanza – in tempo di guerra o di pace, con o senza leva obbligatoria;
  • disponibilità di un servizio civile autenticamente alternativo e non punitivo;
  • riforme giuridiche in linea con gli standard internazionali in materia di diritti umani, in particolare quelli stabiliti dal Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e dall’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani.

Che questo rapporto sia una risorsa, un campanello d’allarme e una mappa per l’azione. Che ci ricordi che la pace comincia con la decisione individuale di dire no alla violenza, e che questa decisione deve essere rispettata e protetta, soprattutto in questo tempo di preparazione alla guerra.

Daniele Taurino
Presidente, Bureau Europeo per l’Obiezione di Coscienza

Sintesi esecutiva

Il Rapporto 2024 dell’EBCO viene pubblicato in un momento di crescente militarizzazione globale. Dal ritorno della leva obbligatoria in Europa agli effetti devastanti delle guerre in corso, la protezione e il rafforzamento degli obiettori di coscienza sono oggi più urgenti che mai.

Il rapporto documenta:

  • violazioni persistenti dei diritti degli obiettori di coscienza, in particolare in Russia, Ucraina, Bielorussia, Turchia, Cipro e Grecia;

  • nuove minacce al diritto all’obiezione di coscienza nell’ambito del Consiglio d’Europa.

EBCO, con i suoi partner, ha intrapreso azioni legali, presentando un reclamo collettivo al Comitato Europeo dei Diritti Sociali contro la Grecia, per rafforzare l’applicazione della Carta Sociale Europea.

L’invasione dell’Ucraina e altri conflitti, insieme all’aumento proposto di 800 miliardi di euro per la spesa militare dell’UE, minacciano la pace, la democrazia e l’equità sociale. Una Risoluzione del Parlamento Europeo del 2 aprile 2025 promuove programmi educativi per i giovani sull’importanza delle forze armate, contribuendo alla normalizzazione della guerra anziché alla costruzione della cultura della pace.

Un diritto umano fondamentale

L’obiezione di coscienza è un diritto umano fondamentale, radicato:

  • nell’art. 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,

  • nell’art. 18 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR),

  • nell’art. 10 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,

  • riconosciuto come diritto giovanile dal Forum Europeo della Gioventù e dalla Dichiarazione ONU 75 sui Diritti Umani.


Solidarietà e campagne attive

EBCO continua a sostenere attivamente la campagna internazionale #ObjectWarCampaign, a fianco degli obiettori di coscienza russi, bielorussi e ucraini, chiedendo:

  • il rispetto del diritto all’obiezione da parte della Russia,

  • la fine della leva obbligatoria e della propaganda militare,

  • la smilitarizzazione dell’istruzione nei territori ucraini occupati.

Si invita inoltre l’Ucraina a garantire questo diritto in tempo di guerra e a porre fine alla persecuzione degli obiettori e dei loro sostenitori, incluso Yurii Sheliazhenko, membro del consiglio EBCO.

EBCO saluta il parere dell’opinione amicus curiae della Commissione di Venezia nel caso di Dmytro Zelinsky: nessun obiettore può essere costretto a portare le armi.


Un appello per la pace

EBCO ricorda il messaggio finale Urbi et Orbi di Papa Francesco, in cui si chiedeva un vero disarmo e si indicavano come “armi della pace” la compassione, la giustizia e lo sviluppo, non la militarizzazione. Viene anche accolto con favore il primo messaggio di Papa Leone XIV, che invoca una “pace disarmata e disarmante”.


Raccomandazioni finali

Il rapporto si conclude con raccomandazioni concrete:

  • pieno riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza in tutti i paesi;

  • reale servizio civile alternativo;

  • asilo e protezione per gli obiettori a rischio di persecuzione o arruolamento forzato;

  • adeguamento delle leggi nazionali agli standard internazionali sui diritti umani;

  • inclusione degli obiettori e delle azioni nonviolente nelle strategie di risposta alle emergenze;

  • contrasto alla militarizzazione dell’istruzione e sostegno all’educazione alla pace.

EBCO sottolinea che, pur focalizzandosi sull’area del Consiglio d’Europa, esprime solidarietà a tutti i prigionieri di coscienza e resistenti nonviolenti alla guerra e alla militarizzazione nel mondo, compresi Israele/Palestina, Myanmar, Sudan, Colombia e altri paesi.