• 19 Marzo 2024 4:23

Consiglio di lettura N. 45 “We are family”

DiEnrico Pompeo

Set 27, 2021

Qual è l’ingrediente fondamentale per un romanzo di narrativa? Forse una buona storia, dei personaggi realistici e strutturati, pochi colpi di scena messi al posto giusto, uno stile asciutto, semplice, ma non banale, però capace di accenni poetici preziosi e non ridondanti. Tutto questo è indubbiamente vero, eppure non basta. L’elemento che sposta gli equilibri, che rende un racconto qualcosa di pienamente riuscito è la voce. Il punto di vista e il suo suono. Ecco, in questo Fabio Bartolomei è davvero bravo. Questo non è il primo libro che ho letto di questo autore e di sicuro non sarà l’ultimo, ma in tutti ho riscontrato l’assoluta maestria di riuscire a usare un linguaggio, un’intonazione che risultano, alla lettura, autentici, evocativi.

Lo scrittore romano, autore anche di molte sceneggiature per il cinema, lavora in sottrazione, rifacendosi, credo in modo consapevole, al valore letterario della leggerezza calviniana, che “non è superficialità, ma capacità di planare e vedere il mondo dall’alto.” Ogni sua parola riesce a essere precisa e suggestiva, in grado di cogliere il dettaglio, ma nello stesso tempo di suggerire ciò che non si vede, la parte nascosta delle cose.

In questo libro noi siamo dentro il cuore e la testa di Al Santamaria, un bambino prodigio, quasi, per certi versi, un genio, però spesso costretto a un difficoltoso rapporto con la realtà. Con un candore e una tenerezza incantevoli, Al ci porta nella vita della sua famiglia, che lotta, come tante altre racchiuse nell’identica situazione, per uscire dall’anonimato di una grigia esistenza e ottenere un po’ di tranquillità economica e di prospettiva. Il bambino, mentre è impegnato a salvare e riscattare il genere umano, dovrà anche risolvere una questione forse ancora più urgente: quella di una casa confortevole per lui e i suoi cari. Pur se immerso in mille difficoltà, alle prese con prove pericolose e situazioni disagevoli, Al non si perde d’animo, affidandosi al suo sguardo innocente, e potendo contare sull’amore dei suoi genitori e della sorella Vittoria, che lo portano a credere, veramente, di vivere nella famiglia più bella e felice del mondo.

E forse è davvero così, perché grazie ad Al nessuno riesce a perdere il contatto con la propria parte più semplice, disinteressata e anche i più cinici perdono le proprie sicurezze, disarmati da una fantasia e una fiducia immense, che questo bambino trasmette in ogni cosa che fa, creando mondi e amici immaginari, vedendo abitazioni dove non ci sono e trovando risposte dove altri vedono problemi.

Al Santamaria è un personaggio unico, ci vuole molto poco per affezionarsi profondamente a lui e in questo libro, cullati dalla sua voce, si ride, ci si commuove, si sogna e qualche volta si soffre, ma alla fine si è sicuri di aver trovato un nuovo e vero amico, uno di quelli che non ci lasceranno più.

Attraverso la sua vicenda familiare si ripercorre un po’ anche la storia di questo nostro paese sgangherato degli ultimi quarant’anni, sempre in bilico tra sogni di grandezza e sconforto, tra speranze e disillusioni.

Forse, se avessimo ascoltato di più Al e le sue idee per sistemare le cose, se avessimo letto con più attenzione le sue proposte per modificare assetti che a noi sembrano inamovibili, ogni aspetto sarebbe potuto cambiare ed essere più dolce, più puro.

Una lettura da consigliare a chiunque, agli adulti, ma anche agli adolescenti, che potrebbero rimanere, anche loro affascinati da questo personaggio così unico.

Buona Lettura!

Di Enrico Pompeo

Enrico Pompeo è nato a Livorno nel 1972. Docente di Lettere, è autore dei romanzi: ‘Una curva improbabile’ (Edizioni Edicom 2001); ‘Il Drago, il Custode, lo Straniero’ (Ed. Creativa 2016. Premio Speciale della Giuria ‘Alda Merini’ 2017), ‘Nessuno ha dato la buonanotte’ (MDS editore, novembre 2021.Prima ristampa Aprile 2022) e di un libro di racconti ‘Scritti (S)Connessi’ (Ed. Creativa 2018. 3° Classificato in ‘EquiLibri’ 2018). È drammaturgo e regista dello spettacolo ‘La Cattiva Strada’, patrocinato dalla Fondazione De André. Scrive recensioni per le riviste ‘Azione Nonviolenta’ e ‘Offline’. Organizza laboratori di arte e comunicazione presso l’Agriturismo Montevaso.

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