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Cessate il fuoco! Fermiamo le guerre in Medio Oriente

Diadmin

Apr 12, 2018

Il Movimento Nonviolento parteciperà alle iniziative promosse da Rete della Pace; diffondiamo il testo di convocazione e invitiamo chi può, nelle prossime ore o nei prossimi giorni, ad organizzare qualcosa nella propria città. Nessuno deve sentirsi impotente: anche nel buio più nero è sempre possibile accendere un lumicino di speranza.
La nostra speranza si chiama nonviolenza.

L’appello di Rete della Pace

Da troppo tempo si muore in Siria, in Palestina, in Libia, in Egitto, in Iraq, nello Yemen, nella regione a maggioranza curda … il Medio Oriente ed il Mediterraneo si stanno trasformando in un immenso campo di battaglia. Ora il rischio della deflagrazione di un conflitto che coinvolga le super potenze mondiali è reale. Le conseguenze possono essere tragiche ed inimmaginabili.

Milioni di persone, in tutto il mondo, di tutte le culture e religioni, stanno dicendo: “Basta guerre, basta morti, basta sofferenze”. E noi con loro.

Guerre producono guerre, le cui vittime sono le popolazioni civili, oppresse e private dei propri diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita.

Vanno fermate le armi, bloccate le vendite a chi è in guerra. Ora, subito. Va fatto rispettare il diritto internazionale: è la sola condizione per proteggere la popolazione civile, fermare l’oppressione e l’occupazione, attivare la mediazione tra le parti in conflitto.

Non si può più attendere e rinviare decisioni e responsabilità. Il limite è superato da tempo. Ora, subito, bisogna aiutare le vittime, curare i feriti, soccorrere chi fugge dall’orrore. Poi bisognerà punire i responsabili, riconoscere alle popolazioni i loro diritti e sostenerle nel percorso democratico, civile, di liberazione.

Noi ci rivolgiamo all’Unione Europea che deve prendere un’azione politica forte di pacificazione coerente con principi e valori fissati nel Trattato, nella Carta Europea dei Diritti Umani, negli Accordi e nelle Convenzioni internazionali. L’Unione Europea faccia da mediazione e riporti al dialogo gli Stati Uniti e la Russia.

Chiediamo al nostro paese di essere protagonista di pace, di mettere in atto il “ripudio della guerra” non concedendo le basi per operazioni militari e di avviare una politica di pace nel Mediterraneo.

Nessuno deve sentirsi impotente. Questo è il momento per tutti di agire per la riconciliazione.

Noi faremo la nostra parte, con le campagne per il disarmo, con gli interventi civili di pace, con la diplomazia dal basso, con il sostegno a chi opera per la pace anche dentro ai conflitti, per dare voce a chi crede ancora nella fratellanza e nella nonviolenza.

Ora, subito.

Rete della Pace

– Invitiamo le associazioni, le organizzazioni, i gruppi locali, a convocare, da domani e nei prossimi giorni, mobilitazioni per la pace, laiche o religiose, in ogni città, in ogni municipio, in ogni parrocchia.

– Invitiamo ogni singola persona a “fare qualcosa contro la guerra”, un gesto simbolico ma concreto:

esporre al balcone la bandiera della pace,

accendere alla finestra una candela di speranza,

mettere sulla giacca una stoffa bianca di disarmo.

Per adesioni: ufficiostampa@retedellapace.it

rete della pace

ACLI, AGESCI, Accademia apuna della pace, Ambasciata democrazia locale, Amici della mezza luna rossa palestinese, ANSPS, AOI – associazione di cooperazione e di solidarietà internazionale, Ara pacis iniziative, Archivio disarmo, ARCI, ARCI Bassa Val di Cecina, ARCI Verona, ARCS, Arci servizio civile, Associazione Perugia Palestina, Associazione per la pace, Associazione per la pace di Modena, AssopacePalestina, AUSER, CGIL, CGIL Verona, CNCA, CTA – centro turistico acli PG, Comunità araba siriana in Umbria, Coordinamento comunità palestinesi, Coordinamento comasco per la pace, Coordinamento pace in comune Milano, – Encuentrarte, FIOM Cgil, FOCSIV, Fondazione Angelo Frammartino, Fondazione culturale responsabilità etica, IPRI – rete CCP, IPSIA, Lega per i diritti dei popoli, Legambiente, Link2007 cooperazione in rete, Link – coordinamento universitario, Lunaria, MIR, Movimento europeo, Movimento Nonviolento, Nexus Emilia Romagna, Per il mondo, Peacewaves, Piattaforma ong MO, Restiamo umani con Vik Venezia, Rete degli studenti medi, Rete della conoscenza, Rete della pace umbra, Tavola della pace valle Brembana, Tavola pace val di Cecina, Tavola sarda della pace, Tavola della pace di Bergamo, U.S. Acli, UDS, UDU, UISP, Un ponte per…, Ventiquattro marzo.

Di admin

2 commenti su “Cessate il fuoco! Fermiamo le guerre in Medio Oriente”
  1. Care amiche, cari amici,
    il vostro post per me rappresenta un gesto spontaneo di “fare quello che possiamo” in questo momento storico in Italia sapendo che le associazioni pacifiste si sono molto indebolite rispetto a come erano 25 anni fa contro la guerra nell’ ex Iugoslavia.

    E’ importante che il movimento pacifista respiri una vera atmosfera di pace e civiltà, e non di frustazione o odio p.es. insultando i militari, i “colpevoli” politici o gli stati coinvolti.

    Per questo è giusto che il pacifismo si basi su una cultura umanista-spirituale che dia alle persone dignità e pace interiore. Come ci insegna il padre della nonviolenza – Mahatma Gandhi. La nostra attività dovrebbe diventare una pratica spirituale, una preghiera attiva, totale.

    Il secondo elemento strategico è che le azioni per la pace devono essere concentrate sui mezzi e non solamente sui fini.
    Non importa se Trump, Putin e altri padroni di guerre non ci vedranno e non ci sentiranno . Con una manifestazione per la pace esprimiamo anche la ns. speranza per la pace nonostante tutto. E più del numero di partecipanti in una manifestazione per la pace è importante l’atmosfera, il messaggio, la saggezza , l’umanità …

    Restiamo pacifisti fermamente.
    Restiano umani, nonostante tutto …

  2. Noi cristiani dobbiamo essere dei contemplativi, con due t, cioè gente che parte dalla contemplazione e poi lascia sfociare il suo dinamismo, il suo impegno nell’azione, gente che non separa mai preghiera e azione. Bisogna essere servitori del mondo, ma da risorti, non da impiegati.
    (don Tonino Bello )

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