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MIL€X, i numeri parlano

Diadmin

Feb 1, 2018
disarmo

Quando in famiglia le entrate sono poche e le uscite aumentano, analizzare le spese che si fanno dovrebbe essere la prima attenzione alla base di una buona economia domestica. Ed invece nel nostro paese c’è una voce che sfugge sempre ad ogni controllo: è quella militare.

Le esigenze della “Difesa” sembrerebbero essere intoccabili, quasi che le Forze Armate fossero un corpo separato e non un capitolo di spesa pubblica che al pari di tutti gli altri deve sottostare a regole ben precise di bilancio, ad una valutazione seria e rigorosa di rapporto tra “costi e benefici”.

Per supplire a questa doverosa esigenza, poichè le istituzioni e la politica non hanno voluto scoperchiare la pentola, è nato MIL€X, l’Osservatorio permanente sulle spese militari, promosso da due analisti-ricercatori con la collaborazione e la struttura operativa del Movimento Nonviolento, un’associazione della società civile che lavora con la Rete Italiana Disarmo.

Dopo due anni di lavoro, MIL€X presenta oggi i dati definitivi sulla spesa militare italiana del 2018: gli investimenti in armamenti, i costi delle basi militari, le missioni all’estero, il Programma F35, il carico per l’ospitalità delle testate nucleari americane, i privilegi delle pensioni d’oro militari.

A noi piacerebbe che i numeri che emergono dalla schede MIL€X contribuissero a togliere il velo di omertà e a smascherare la propaganda, facilitando la conoscenza dei fatti e delle scelte politiche, per rompere il silenzio che sempre ha circondato il mondo militare del nostro paese: se deve scoppiare lo scandalo “militaropoli”, avvenga su dati ben precisi e documentati. Da oggi i giornalisti ed il mondo della grande informazione non hanno più alibi: le cifre sono lì a testimoniare lo squilibrio scandaloso che fa del nostro paese il fanalino di coda in Europa per gli investimenti sull’istruzione e la cultura, mentre siamo tra i primi della classe per incremento delle spese militari.

Il Movimento Nonviolento è fortemente impegnato per una politica di disarmo. Non è utopia ma realismo. Le cifre di MIL€X ci dicono che questo non solo è possibile, ma che sarebbe anche fortemente salutare per i conti dello Stato.

Tra gli obiettivi urgenti della nostra Agenda di Pace ci sono:

la riduzione delle spese militari, da contenere almeno all’ 1% del PIL, per finanziare con i fondi risparmiati forme di difesa nonviolenta quali ad esempio il Servizio Civile, la Protezione Civile, i Corpi Civili di Pace come mezzi validi per una difesa alternativa;

– lo spostamento su un apposito capitolo di spesa del denaro sottratto al bilancio del Ministero della Difesa, per istituire il Dipartimento della difesa Civile non armata e nonviolenta, strumento istituzionale necessario per attuare una politica costituzionale di pace compatibile con il ripudio della guerra e della sua preparazione.

Svuotare gli arsenali e riempire i granai” diceva il Presidente Pertini. Oggi significa liberare risorse dalle politiche belliche e investire sui comparti sociali e civili di spesa pubblica, a cominciare dalla messa in sicurezza del territorio, istruzione, ricerca, cultura. Questa è l’urgenza.

Mao Valpiana

presidente del Movimento Nonviolento

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