• 19 Aprile 2024 16:52

All’armi! All’armi!

DiDaniele Lugli

Apr 4, 2022

Proposta di Costituzione della Terra, Articolo 31 Diritto alla pace
Il diritto alla pace è un diritto fondamentali del popolo della Terra,

di tutti i popoli del mondo e di tutti gli esseri umani.
La sua garanzia è un dovere assoluto di tutte le istituzioni pubbliche, sia statali che globali

Grande è l’unità dell’Unione Europea, grande l’unità della Nazione quando deliberano sulle armi. La prossima volta, per non perdere tempo si procederà per acclamazione. Le armi non bastano mai a soddisfare la nostra fame di bulimici, ingolositi dalla guerra. Non è che ne abbiamo poche. C’è un’ipotesi di Costituzione della Terra, della quale avremmo invece molto bisogno. Intanto non sarebbe male rispettare in argomento la nostra e il diritto internazionale. La Dichiarazione apre così: Noi, abitanti della Terra, che nel corso delle ultime generazioni abbiamo accumulato armi micidiali in grado di distruggere più volte l’umanità… decisi a vivere insieme, nessuno escluso, in pace, senza armi mortali, senza fame e senza muri ostili…

Mi cito da un testo di venti anni fa intitolato I nomi della guerra. Non è granché, ma dubito di dirlo meglio ora. “Ci sono tre tipi di intelligenza: l’intelligenza umana, l’intelligenza, animale, l’intelligenza militare ha scritto Aldous Huxley. La tecnologia è andata oltre incorporando l’intelligenza nelle armi, nuove, sorprendenti, affascinanti. Così i militari della civiltà superiore possono starsene al riparo ed evitare la volgarità della morte. Non per viltà certo, ma perché la guerra non finisca, come succedeva un tempo, per mancanza di combattenti (Et le combat cessa, faute de combattants, El Cid, Pierre Corneille). E poi la morte è facile, non richiede addestramento né equipaggiamento specifico. La fa bene anche un civile (anche molti civili), anche un bambino (anche molti bambini). I militari hanno altro, importante, da fare. Da Talleyrand in poi si è detto La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai militari. Ora invece ai militari è delegata pure la pace, come peace keeping, making, building (peace sta bene con tutti i verbi; fate la prova: io ho verificato da abiding a writing). Più guerre ci sono più paci da kipare, meikare, bildare ci stanno”.

Forse è ingiusto scrivere questo mentre ragazzi di leva si uccidono con altri, coetanei e no, nel massacro di civili inermi. Ma penso ai comandanti, agli strateghi, a tutti quanti dalla guerra traggono profitto, molto profitto. Si fa confusione e si mescolano cose diverse: esercito, difesa, sicurezza, come se fossero identiche. Un minimo di etimologia basta a distinguerli. Esercito dal latino exercitus, in origine “esercizio”, da exercĕre, cioè complesso di uomini allenati, addestrati per la guerra, per l’uso di armi, che richiedono alte competenze professionali. Difesa dal latino defensio, l’azione del difendere o del difendersi. Difendere viene dal defendĕre, (de + fendĕre) opporsi al colpo, mentre offendere, in latino come in italiano, è colpire. L’esercito può essere parte della difesa. Certo non l’esaurisce. Ancor meno garantisce sicurezza. Sicurezza deriva da sicura, latino secura (securus, securum): se=sine (senza) + cura (preoccupazione), senza preoccupazione cioè.

Si parla di esercito europeo da tempo e ora di più. È insensato ipotizzarlo senza realizzare uno Stato federale, che, con le sue istituzioni, sperabilmente democratiche, ne sia responsabile. Senza è una compagnia di ventura. Quale Braccio da Montone la guiderà? Tutta la retorica impiegata serve unicamente ad agevolare maggiori spese militare da parte di tutti gli Stati. La Germania non vedeva l’ora e l’Italia non vuole essere da meno. Nel luglio scorso David Sassoli, compianto Presidente del Parlamento europeo, si chiedeva e si rispondeva “Perché i regimi autoritari, tutti, si preoccupano di noi? Non facciamo la guerra, non abbiamo neppure un esercito… anche se sarebbe venuto il momento di averlo se non altro per risparmiare in inutili spese militari nazionali, Non imponiamo il nostro modello, le nostre relazioni sono improntate al dialogo, parliamo con tutti, cerchiamo di sviluppare diplomazia là dove c’è conflitto… e allora, perché si preoccupano di noi? Vi è un solo motivo. I valori europei mettono paura, perché le libertà consentono uguaglianza, giustizia, trasparenza, opportunità, pace. E se è possibile in Europa, è possibile ovunque”.

La difesa europea, la difesa nazionale non dipendono solo e neppure principalmente dall’esercito, Ha, come è chiaro, un significato più ampio e diverso. Certo non mira all’offesa, verso la quale l’esercito si proietta. È capacità delle popolazioni di difendere la propria vita, la propria libertà, il proprio sviluppo dai pericoli e dalla violenza, di diversa origine e natura. Richiede una consapevolezza maggiore e diffusa delle loro caratteristiche e risposte appropriate. Non mancano proposte articolate in campo nazionale, europeo, internazionale che vanno in questa direzione. Ricordo che una proposta, già oggetto di iniziativa popolare, Un’altra difesa è possibile, è pronta da tempo per essere adottata dal parlamento. Ricorro ancora una volta alla sintesi di Ferrajoli, autore della bozza di Costituzione della Terra, che invita alla consapevolezza e a decisioni corrispondenti: “abbiamo devastato l’ambiente naturale e messo in pericolo, con le nostre attività produttive, l’abitabilità del nostro pianeta; consapevoli della catastrofe ecologica che incombe sulla Terra, del nesso che lega la sopravvivenza dell’umanità e la salvaguardia del pianeta e del rischio che, per la prima volta nella storia, il genere umano, a causa delle nostre aggressioni alla natura, possa avviarsi all’estinzione; decisi a salvare la Terra e le generazioni future dai flagelli dello sviluppo insostenibile, delle guerre, dei dispotismi, della crescita della povertà e della fame, che hanno già provocato devastazioni irreversibili al nostro ambiente naturale, milioni di morti ogni anno, lesioni gravissime della dignità delle persone e un’infinità di indicibili privazioni e sofferenze…”

La sicurezza infine è molto desiderata. È bello vivere senza preoccupazione, intenti alla propria miglior realizzazione, nel riconoscimento dei diritti fondamentali di libertà, sociali, politici, civili. Ancora ci aiuta, collegando il meglio del diritto internazionale in un disegno coerente, quanto a proposito di sicurezza è scritto nella bozza di Costituzione della Terra. Riporto senza commenti. Articolo 2 Le finalità della Federazione della Terra è mantenere la pace e la sicurezza internazionale e, a questo fine, mettere al bando tutte le armi, nucleari e convenzionali, sopprimere gli eserciti nazionali e così realizzare il disarmo degli Stati e delle persone e il monopolio della forza in capo alle sole istituzioni di polizia… Diritti fondamentali Articolo 7 Universalità, indivisibilità e indisponibilità dei diritti fondamentali. I diritti fondamentali alla vita, all’integrità fisica e psichica, alle libertà, alla salute, all’istruzione, alla sussistenza, alla sicurezza e al libero sviluppo della persona sono diritti universali, indivisibili e indisponibili. Sezione quarta Diritti civili Articolo 39 L’iniziativa economica privata e i suoi limiti. I diritti civili di autonomia negoziale e di iniziativa economica privata non possono essere esercitati in modo da recare danno alla sicurezza, alla salute, alla libertà e alla dignità delle persone. Titolo quarto Beni illeciti Articolo 53 La messa al bando delle armi e il monopolio pubblico della forza Sono vietate la produzione, la sperimentazione, il commercio, la detenzione e la diffusione di armi nucleari e di armi a queste simili per natura o per effetti. Sono riservate al monopolio pubblico in capo alle forze di polizia – locali, statali e globali – la produzione e la detenzione delle armi, limitatamente a quelle necessarie all’esercizio delle funzioni di pubblica sicurezza.

Ecco cosa sono le armi: Beni micidiali e illeciti. Articolo 52 Divieto di produzione, commercio e detenzione dei beni micidiali. I beni illeciti sono beni micidiali, dei quali sono vietate la produzione o il commercio o la detenzione. Sono beni illeciti le armi nucleari, le armi d’offesa e di morte, le droghe pesanti, le scorie radioattive e tutti i rifiuti tossici o pericolosi.

Lasciamo a chi spetta l’appello All’armi! All’armi!

All’armi! All’armi! All’armi siam fascisti/ E noi del Fascio siamo i componenti/ la causa sosterrem fino alla morte/ e lotteremo sempre forte forte/ finché terremo il nostro sangue in cuor.

Di Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2923), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948

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