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Consiglio di lettura n. 19: ‘Alcuni avranno il mio perdono’ di L.R. Carrino Edizioni e/o

DiEnrico Pompeo

Lug 30, 2019
recensione 19 pompeo

Con uno stile che mescola sapientemente sonorità dialettali in una lingua italiana piena di ritmo, sincopata, cruda, carnale, l’autore ci conduce nei vicoli di una città in cui tutto è simbolo e verità insieme. ‘Vedi Napoli e poi muori’, nella saggezza popolare si trova il senso di questo luogo che è più di uno spazio dove ambientare, ma è personaggio, motore, desiderio e paura. Città incantata, ma come in ogni magia, c’è quella bianca e quella nera. Tra le strade di Chiaia, Capodimonte, Fuorigrotta si snoda l’amore di Antonio, della Federazione Acqua Storta, con Rosa, figlia del clan rivale, i Musso. Di nascosto, perché la legge del sangue, della violenza, della vendetta è più forte del sentimento. Ci dono le donne, Mariasole Simonetti, il capo di Acqua Storta e Angela Lieto, la madre che ha visto il figlio, Aldo Musso, morire davanti ai suoi occhi. Sono loro a trovare la chiave per uscire da questa spirale di odio e rancore, che spezza ogni affetto e lo rende amaro, come il ragù, che, per una volta, viene scaraventato sul muro della cucina, in un attimo di libertà. Di rabbia e di speranza.

Ci sono gli echi della tragedia di Shakespeare, ma quella è solo la linea orizzontale, dove si infilano le storie di altre voci, come quella in prima persona di Arturo, che osserva le avventure, i riconoscimenti, le bugie, i misteri di un universo criminale che sembra lontano, ma pervade ogni angolo e incontro. Un libro intenso, che si legge tutto d’un fiato, che spalanca lo sguardo su quanto sia facile entrare nel giro sbagliato e come sia quasi impossibile uscirne. Che ti spinge a riflettere su cosa avresti fatto tu al posto dei due amanti, stritolato tra la forza dei sentimenti e le regole scolpite della tua famiglia. O quale mossa avresti scelto per provare a uscire da un destino che per molti è immutabile.

Un romanzo sincero, che trasmette passione e paura per una città e un modo di essere così terribile e meraviglioso. Capace delle più crudeli nefandezze e insieme di azioni generose, altruiste, pure. Di amore per i deboli in una mattina e di disprezzo per li stessi di notte. C’è molto buio in questo libro, tante situazioni avvengono tardi, quando le ombre si infittiscono, i contorni sfumano e un uomo buono può diventare sprezzante e spietato, mentre un senza cuore scoprirsi fragile e indifeso.

Ancora una volta e/o dimostra qualità nella scelta delle opere da inserire in catalogo, questa nella collana Sabotage, diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto, una delle penne più interessanti, coinvolgenti e nitide del panorama letterario. In questa sezione si trovano testi che affrontano il male, il dolore, che diventa cattiveria, prepotenza, per spingere il lettore a conoscere il nero per diventare consapevole dei rischi e delle trappole del vivere contemporaneo.

Ci risentiamo ad Agosto.

Con questa recensione abbiamo superato un anno e mezzo di consigli letterari.

Uno al mese.

Evviva!

Di Enrico Pompeo

Enrico Pompeo è nato a Livorno nel 1972. Docente di Lettere, è autore dei romanzi: ‘Una curva improbabile’ (Edizioni Edicom 2001); ‘Il Drago, il Custode, lo Straniero’ (Ed. Creativa 2016. Premio Speciale della Giuria ‘Alda Merini’ 2017), ‘Nessuno ha dato la buonanotte’ (MDS editore, novembre 2021.Prima ristampa Aprile 2022) e di un libro di racconti ‘Scritti (S)Connessi’ (Ed. Creativa 2018. 3° Classificato in ‘EquiLibri’ 2018). È drammaturgo e regista dello spettacolo ‘La Cattiva Strada’, patrocinato dalla Fondazione De André. Scrive recensioni per le riviste ‘Azione Nonviolenta’ e ‘Offline’. Organizza laboratori di arte e comunicazione presso l’Agriturismo Montevaso.

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