• 19 Marzo 2024 8:58

Il fango è una sospensione

DiMauro Presini

Mag 20, 2019

In merito alla preoccupante vicenda della professoressa Rosa Maria Dell’Aria vorrei rivolgere dieci domande al ministro dell’istruzione Marco Bussetti.
Signor ministro, perché il Provveditore di Palermo ha sanzionato la professoressa di italiano Rosa Maria Dell’Aria?
La stampa riporta che la denuncia è avvenuta via social da parte di un attivista di destra che ha segnalato la professoressa al Ministero. Sulla base di ciò è intervenuta prontamente la sottosegretaria ai Beni Culturali Lucia Borgonzoni, che ha sollecitato l’invio di un’ispezione.
Signor ministro, cosa ha verificato l’ispezione?
Alla professoressa è stata comminata una sanzione che prevede la sospensione di 15 giorni e il dimezzamento dello stipendio. Come lei sa meglio di me, fra le sanzioni disciplinari a carico del personale docente ci sono l’avvertimento scritto, la censura, la sospensione dall’insegnamento, la destituzione ed il licenziamento disciplinare. La sospensione fino al massimo di 15 giorni con il dimezzamento dello stipendio si ha quando c’è una violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa, che abbia determinato la condanna dell’amministrazione al risarcimento del danno, in proporzione all’entità del risarcimento.
Signor ministro, quale violazione ai suoi obblighi lavorativi ha compiuto la professoressa?
Da quel che risulta la professoressa ha assegnato un compito agli studenti che questi, lavorando in gruppo, hanno eseguito in autonomia.
Pare sia accusata di non aver vigilato sul loro lavoro e non sia intervenuta anticipatamente per impedire che, in una presentazione multimediale, accostassero la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’interno Salvini.
Se gli articoli 21 e 33 della nostra Costituzione sono ancora in vigore, non ravvedo violazioni dei suoi obblighi lavorativi.
Signor ministro, quale danno all’amministrazione ha causato la professoressa?
Dal resoconto della stampa e dall’intervista alla professoressa, non risulta siano stati sottratti oggetti o danneggiati arredi di proprietà dell’amministrazione.
Signor ministro, come avrebbe dovuto comportarsi la professoressa?
L’insegnante, oltre ad avere libertà di insegnamento previsto dall’articolo 33 della nostra Costituzione, deve garantire la libertà di opinione degli alunni prevista dall’articolo 21. Gli studenti hanno espresso le loro riflessioni attraverso il loro lavoro: possono essere condivisibili o meno, contestabili o meno ma possono (anzi, devono) essere discusse ed approfondite. Non è importante entrare nel merito del metodo con il quale quei contenuti sono stati espressi perché l’accusa alla professoressa riguarda la sua mancata vigilanza.
Signor ministro, sarebbe intervenuto se la professoressa avesse impedito la libertà di opinione degli studenti?
Solo se i ragazzi possono presentare il frutto delle loro ricerche l’insegnante avrà modo di conoscere e capire il loro pensiero e quindi di confrontarsi con loro. Potrà intervenire se riterrà che le conoscenze siano sbagliate, le fonti non attendibili, le conclusioni non logiche ed i paragoni inverosimili ma non dovrà mai impedire che i loro pensieri siano espressi.
Signor ministro, a quale ordine supremo avrebbero dovuto obbedire la professoressa ed i suoi studenti? 
Nel libro della seconda classe del 1936 si parlava di “obbedire” come di un verbo sacro ma quello era il periodo che gli storici hanno chiamato “dittatura fascista”, nel quale sui libri c’erano testi come questo: “Fu domandato a un sapiente: quale deve essere la prima virtù di un bambino? Rispose: l’obbedienza E la seconda? L’obbedienza. E la terza? L’obbedienza. Quale deve essere il primo requisito del Balilla e della Piccola Italiana? L’obbedienza.”
Signor ministro, non crede sia il caso di intervenire per ritirare quella sanzione scandalosa?
Posso intuire che, per chi fa parte di questo governo, sia fastidioso veder paragonare il proprio ministro dell’interno a chi ha promulgato le leggi razziali.
Posso anche immaginare che il problema sia insito nel contenuto della presentazione multimediale degli studenti e non tanto nel metodo di lavoro proposto dalla professoressa.
Ciò che non posso accettare è che la funzione docente venga ridotta ad un ruolo servile nei confronti di una politica che, comminando tale sanzione, supporta l’idea che la scuola debba sfornare soltanto esistenze precarie sottomesse e non invece aiutare la crescita di cittadini attivi e critici.
Signor ministro, cosa rappresenta la Costituzione per lei?
Io credo che la sanzione comminata alla professoressa Dell’Aria sia motivata soltanto dal bisogno di censurare chi ha permesso agli studenti di ragionare con la propria testa su ciò che di orribile è accaduto nel 1938 e ciò che di disumano sta accadendo oggi.
Chi ha sanzionato si è fatto beffe degli articoli 21 e 33 della nostra Carta Costituzionale.
Signor ministro, cosa rappresenta la Scuola per lei?
Lei ha dichiarato che “La scuola deve costruire coscienze critiche” ed io concordo con lei ma l’intervento sanzionatorio del provveditore di Palermo ed il suo silenzio sulla vicenda ci stanno facendo capire che la scuola, per lei, deve essere luogo di obbedienza e non luogo di cittadinanza attiva in cui si possa imparare insieme il libero confronto di idee.
Spero di sbagliarmi e mi piacerebbe leggere, prima o poi, le sue risposte a queste mie dieci domande.
Danilo Dolci scriveva: “C’è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo: forse c’è chi si sente soddisfatto così guidato. C’è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo: c’è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato. C’è pure chi educa, senza nascondere l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando d’essere franco all’altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato.”
Io penso che proprio in questa visione poetica di un uomo di pace risieda il senso che dovrebbe animare chi fa scuola seguendo il dettato costituzionale.
Salute e saluti
Mauro Presini, maestro elementare

Di Mauro Presini

Mi chiamo Mauro Presini, sono maestro elementare specializzato per l’integrazione. Sono stato obiettore di coscienza al servizio militare. Dalla metà degli anni settanta mi occupo di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordino il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. Sono impegnato nella difesa della Scuola Pubblica intesa come "organo costituzionale".

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