• 23 Aprile 2024 10:37

La violenza sulle donne e le nostre coscienze

DiGiorgio Gatta

Mar 26, 2021

La violenza maschile si manifesta quasi subito quando si convive. Questa è una delle evidenze quando si scava a fondo nella vita di Ilenia Fabbri in 19 anni di matrimonio.

Pur ammettendo che lei abbia nascosto come si sentiva quando iniziava a svilupparsi l’oppressione del marito, come è stato possibile che nessuno le abbia consigliato di stare attenta a quello che stava succedendo?

Come è stato possibile di fronte a un’escalation della violenza che Ilenia non abbia trovato alcuna persona che le potesse dare anche solo un consiglio del tipo:

Guarda che ti sta capitando questo e le cose possono solo peggiorare, quindi perché non fai una chiacchierata con … che ti può aiutare?”.

Aiutare” poi a cercare di venirne fuori mettendo subito dei paletti, difendendosi: “Non ti permetto di trattarmi in questo modo perché non me lo merito”.

Io credo che l’omicidio di Ilenia Fabbri debba scuotere le nostre coscienze e dare uno scossone al nostro modello di famiglia felice (ma non troppo!).

Pensiamo che la famiglia sia un unicum, con i suoi alti e i suoi bassi, i suoi problemi, le sue gioie e i suoi dolori, ma nulla più.

Predomina il pensiero che quando si chiude la porta di casa quello che succede lì dentro sono affari esclusivi di chi vi abita.

Ci si vergogna ad ammettere che quel compagno o marito mi taglia dalle relazioni sociali, mi costringe a lasciare il mio lavoro perché è un geloso ossessivo…

Sembra che tutto sia contro di te perché lui è un affermato professionista e tu chi sei? Chi ti crederebbe?

Comincia ad insinuarti il pensiero che forse ha ragione lui e che ti meriti questo e che se “farai la brava” facendo quello che lui si aspetta, i problemi fra te e lui si esauriranno presto.

E poi entri in un vortice e ti chiedi: “perché proprio a me succede questo?” Perché attorno a te vedi solo famiglie pressoché “perfette”.

Fino a quando non ne puoi più e pur non sapendo a chi rivolgerti almeno trovi un’avvocata che ti capisce e ti supporta: l’unica persona che ti abbia ascoltata veramente nei 19 anni di matrimonio.

Dopodiché ormai sei in una roulette russa e, o la violenza potrebbe scemare nel tempo e tu potresti rifarti una vita, oppure è troppo tardi e lui decide di ucciderti.

Insomma NOI dov’eravamo quando Ilenia con voce flebile ma persistente narrava l’inferno in cui era caduta?

Rispondevamo:

Sopporta che poi lui cambia;

In fondo è tuo marito, cercate di andare d’accordo;

Non ho tempo ma ci sentiamo più avanti…

…Sì, ci sentiamo più tardi – Cara Ilenia –

…e poi…

Di Giorgio Gatta

Giorgio Gatta ha maturato una lunga esperienza nell’associazionismo e nel volontariato per la promozione della cultura della pace. In questo ambito, ha esercitato professionalmente l’attività di formatore per la gestione e la trasformazione dei conflitti con le tecniche della nonviolenza, giungendo a sviluppare progetti nell’ambito dell’Economia Civile. Dal 2004 al 2009, è stato tra gli organizzatori del “Corso per Mediatori Internazionali di Pace” a Bertinoro, facendo parte del suo comitato scientifico. L’iniziativa è stata realizzata nel 2010 nella sede di Santa Sofia (FC) del Centro Residenziale Universitario. Dalla seconda metà degli anni '80 ha sviluppato una lunga serie di esperienze di studio e di relazioni, fino ai giorni nostri, in ambito interculturale e verso la metà degli anni '90 inizia a intraprendere delle esperienze di dialogo interreligioso sia come dialogo ecumenico con le altre confessioni cristiane che dagli anni 2000 come dialogo cristiano-islamico. Attualmente è presidente dell’Associazione T-ERRE Turismo Responsabile di Faenza www.t-erre.org che nasce all’inizio del 2007, con lo scopo di sviluppare iniziative e progetti promozionali, di viaggio, culturali e formativi nel campo del turismo responsabile.

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