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Microbiografie/8 – Un padre

DiGiorgio Maghini

Mar 3, 2017
Giorgio Maghini

Sono passato alle spalle di mio figlio che lavorava al computer e ho pensato: “Ma che cavolo di musica sta ascoltando?” (Ok. Non era “cavolo”).

Mi è scoppiato nella mente un ricordo. Di quando mio padre (avrà avuto l’età che io ho oggi) arrivava a casa e gli toccava sorbirsi per tutta la sua striminzita pausa pranzo i Clash, che in camera mia non uscivano mai dal mangianastri.

London calling to the faraway towns
Now war is declared and battle come down
London calling…

I ricordi sono fetenti, perché fanno domande.
Così mi viene in mente quel passo della Bibbia che dice: “…i vostri anziani faranno sogni / i vostri giovani avranno visioni”.

Dai, dico mentalmente a mio figlio, andiamo avanti.
Oltre questi muri, questi nostalgici del riarmo nucleare, questa pandemica incapacità di dialogo, questa fottuta ricerca di un nemico purchessia.
Dividiamoci il lavoro: io sogno, e tu vedi strade dove noi vecchi non siamo capaci di vederne.

Però te lo devo dire: quella roba elettronica che ascolti non mi piacerà davvero mai.

Di Giorgio Maghini

Pedagogista e counsellor ad indirizzo sistemico-relazionale. Si occupa attualmente dell’ufficio comunicazione della Istituzione per i servizi educativi del Comune di Ferrara. Obiettore di coscienza, è stato Insegnante di sostegno e, in seguito, coordinatore pedagogico nella scuola dell’infanzia. Attualmente coordina un gruppo di Insegnanti di Religione, coi quali riflette sulla comunicazione della spiritualità nel mondo multiculturale. Ha insegnato "Teorie della comunicazione” all’Istituto di Scienze Religiose di Ferrara.

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