• 23 Aprile 2024 9:59

Non abbiamo bisogno

DiDaniele Lugli

Giu 14, 2021

Nel numero di maggio tre temi sono in particolare evidenza: 1) asservimento dell’umanità, 2) terza guerra mondiale e 3) covid,

1) Perché sta accadendo questo, si chiede e si risponde. Vogliono farci diventare cavie umane. Già ora siamo bestie gregarie che sopravvivono, pronte ad applaudire il primo che passa. Questi ottiene infatti il sostegno del 69% della popolazione. C’è quindi un 31% che resiste. Non ci è dato saperne di più. Forse nel prossimo numero. Certo l’opposizione non viene da Giorgia Meloni, pure lei nell’Aspen, e dunque partecipe dell’élite, di tutto responsabile. A opporsi c’è un solo paese, unico difensore dei valori cristiani: la Russia di Vladimir Putin. Tolto di mezzo Trump è rimasto il bersaglio dell’élite, che persegue lo scellerato obiettivo della “rivoluzione green”. L’ha anticipata il Papa (chiamiamolo pure così) con la “Laudato si’”, la peggiore enciclica mai scritta. Inno a un idolo pagano: divinizza la Terra per sbarazzarsi del Cielo. In Europa l’agente principale della cospirazione è Attali, uomo ombra di tutte le nefandezze che si consumano nel continente. Non mi provo a riassumerle. Non sarà un caso il suo essere figlio di un commerciante ebreo, come si sottolinea. Il perfido disegno ha superato l’abbozzo tentato dai nazisti. Citazioni dai Vangeli e dagli Atti degli apostoli danno indicazioni su come resistere e vincere.

2) Della terza guerra mondiale sappiamo molto grazie al chiaroveggente Alois Irlmaier. Che tale sia è indubbio, accertato anche con sentenza di Tribunale. Al giudice che lo processa chiaroveggia che, nello stesso momento, la moglie del magistrato indossa un vestito rosso e sta prendendo il caffè con un uomo. I fatti risultano veri ed è assolto dall’accusa di truffa. Nulla sappiamo del seguito tra moglie e marito. Il dono di Alois risale alla visione della Madonna che ha nel 1928. Da allora prevede e profeta avvenimenti piccoli e grandi. Nella guerra avverte i bombardamenti in arrivo, ad esempio. Collabora pure a indagini della polizia. Pieno di debiti, affronta numerosi processi per truffa. Non sempre i giudici vogliono sapere del comportamento delle consorti. Gli uomini di fede hanno spesso vita grama. Vede con chiarezza la Terza Guerra Mondiale cominciare con la crisi della Francia. Poi è la Russia, con tre irresistibili armate, a puntare alla conquista della Ruhr, centro della finanza e della tecnica d’Europa e forse del mondo. La visione è chiara, niente a che vedere con i ricordi di Alois, soldato nella Prima Guerra Mondiale. Altri attori entrano in scena: il Drago giallo conquista Alaska e Canada e anche la Mezzaluna infierisce, partendo dalla povera Francia. L’aviazione atlantica (?) ferma l’avanzata russa. Anche Drago e Mezzaluna sembrano sedati. La distruzione è tale che i vivi invidiano i morti. I vicini di Irlmaier a sentirlo sono molto preoccupati, ma vengono rassicurati. La Madonna di Altotting garantisce: a chi sta sotto il suo mantello non sarà torto un capello. Quanto a lui è felice di morire nel 1959, come giustamente profetizza, così da non vedere la Terza Guerra.

3) Sul vaccino non registro grandi novità. Già la rivista ne è occupata. Si dimostra come lo stesso sia un crimine contro l’umanità, In verità neppure sono vaccini, ma terapia genica. Deve essere una cosa bruttissima. Come noto il virus è stato realizzato in laboratorio per distruggere i tre quarti dell’umanità. In altri scritti, altrettanto scientifici della rivista, è detto che non è più letale di una normale influenza. Un vero fallimento come virus letale. Il vero pericolo è rappresentato dal cosiddetto vaccino. In ogni caso come fidarsi di un rimedio proposto dagli autori del malanno? Sia come sia i sopravvissuti, immagino pure alla Terza guerra, della quale ora sappiamo, saranno resi schiavi, Questo il disegno del Nuovo Ordine Mondiale. Così il terzo punto si ricollega al primo.

1958/1959 è stato sempre per me un anno importante, l’ultimo del liceo. Ora capisco quanto lo sia per l’intera umanità. Il 1959 non è solo la data, profetata, della morte di Alois (anche il suo medico l’aveva predetta), ma nell’articolo si sottolinea che già era stato assassinato, autunno del 1958, Pio XII. Non sapevo del papacidio. Imparo adesso. Qualcosa ho sentito di Giovanni Paolo. E Pio XII è stato ucciso per aprire la strada a Giovanni XXIII, imposto sotto la minaccia nucleare. Così sono cominciati i falsi Papa, dopo non ce n’è stato più uno vero. Il vero papa eletto in quel conclave, con tanto di Spirito Santo, è il cardinale Giuseppe Siri, che s’era pure scelto il nome, Gregorio XVII, e magari fatto fare la carta intestata.

Mi è giunto in anticipo e inatteso un nuovo numero della rivista on line. Sul covid è riportato con apprezzamento l’invito di un rabbino a non vaccinarsi per 31 inoppugnabili motivi. Ma soprattutto, finalmente, ne sappiamo di più su quel che ci attende. Con la messa in sequenza, e in parte in sovrapposizione, delle profezie di Marie Julie Jahenny, chiaroveggente con le stimmate, e di quelle di Alois il quadro è dettagliato. Riporto solo punti essenziali.

Si distinguono 7 periodi indicati come Coppe dell’ira di Dio. La prima è stata versata nel settembre del 1971, in coincidenza con il mio trentesimo compleanno, ma più significativamente, con il primo numero della rivista. Il periodo, nel quale viviamo, è caratterizzato dall’islamizzazione della Francia con massacri estivi e apparizione ad Amiens della Madonna con figlio in braccio. Parlerà per 27 minuti, il figlio, mi pare di capire. Seguiranno altre coppe dell’ira fino alla settima. C’è la terza guerra mondiale, un papa del quale conosciamo il nome, Archel de la Torre, e la provenienza, sud della Persia. Ci sono massacri d’ogni genere. La restaurazione della monarchia in Francia, Enrico V, permette la nomina di un papa come si deve, il Papa Angelico, che avvia la conversione.

Dovremmo così giungere alla sesta coppa caratterizzata da tre giorni di buio in tutto il mondo. Seguono esattamente di 37 giorni l’annuncio avvenuto in Bretagna con un buio dalle 12 alle 16, seguito da due giorni, sempre lì, di buio completo. I tre giorni sono giovedì, venerdì e sabato. Il versamento della settima coppa liquiderà chi ancora non si è convertito. Al termine saranno morti i tre quarti degli abitanti della terra. Viene confermata la cifra già anticipata come obiettivo del virus, dal virus fallito, ma garantito dal versamento delle coppe dell’ira. Per i sopravvissuti inizierà l’era della pace.

Ho pensato di intitolare questo pezzo, ispirato dallo sguardo rassicurante di Alois e dalla rivista – a tutta pagina reca scritto La verità vi renderà liberi, chiaro riferimento, credo, ai quotidiani fratelli La Verità e Libero – come l’enciclica di un Papa vero (tutti i Pii lo sono) “Non abbiamo bisogno”. Il Papa era deluso, novanta anni fa, dal comportamento del Duce, solo due anni prima, col Concordato, uomo della Provvidenza.


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Di Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2923), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948

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