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Contraddizioni

DiElena Buccoliero

Nov 21, 2018

Più da vicino 13, in uno dei quattro laboratori che procedono in parallelo. Lo scopo è passare in rassegna frasi di loro coetanei per destinarne alcune ad una campagna contro la violenza sulle donne. Li vedo presi, esigenti, coinvolti. Nessun cellulare sul tavolo, nessun bisogno di prendere le distanze. Trattano la questione in modo aperto, senza retorica, almeno a parole ben determinati a non far entrare la sopraffazione nelle loro relazioni d’amore. Protestano, però, se sugli uomini si vuol generalizzare e dimenticare la loro forza sincera. Nello spettacolo finale si esibisce una classe e sono di nuovo, e diversamente, bellissimi. Con i loro corpi normali, più o meno aggraziati, più o meno a tempo. Ognuno con l’emozione di recitare e danzare per altri. Protagonisti fieri, convinti del loro messaggio, è proprio bello vederli così.

Poco dopo un’assistente sociale mi chiede un consiglio per un fatto successo in una scuola media della mia regione. Sembrava il solito parapiglia sulla disposizione dei banchi finché la ragazzina ha spiegato alla prof. perché non vuole più stare accanto a lui. Quando gli viene voglia, anche a lezione, il compagno accanto le prende la mano e se la infila nei pantaloni come per farsi masturbare. Quanto in là si sia spinto non sappiamo e non conta, la ragazzina si ribella, non perché si senta vittima ma perché le fa schifo. La prof sconvolta si rivolge all’assistente sociale: “Sembrava una classe ideale… Come possiamo non aver colto niente…”, e a me di rimando l’operatrice per un consulto: “Cosa dobbiamo dire adesso ai ragazzi, ai genitori… Dobbiamo avvisare la Procura della Repubblica…”.

Non hanno ancora 14 anni, un processo non ci sarà, il reato invece sì. La scuola, intanto, fa il suo lavoro di scuola. Parlarne, sì. Punire, far capire. Tenere conto dei compagni, non prenderli per fessi, sapevano tutto prima di voi. Ci vuole anche un percorso sull’affettività e sessualità…

“No quello no. I genitori non vogliono, han detto: vuoi mai che la psicologa del consultorio metta in testa ai nostri bambini strane idee”.

La riunione pomeridiana riguarda i progetti di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati che alcune famiglie locali si propongono di seguire come tutori volontari, o adulti affiancanti, o accogliendoli nelle loro case. Gradini diversi di disponibilità e coinvolgimento diretto in una relazione scelta e per nulla scontata, di arricchimento reciproco e di valore per tutta la comunità. Si evoca un’idea di genitorialità sociale, quotidiana, generosa, praticabile, sostenuta dalle istituzioni. Un’assunzione collettiva di responsabilità a protezione dei più giovani.

“Sono sfinita”, mi dice passando la dirigente dei servizi educativi lasciando l’ufficio intorno alle otto di sera. “Un bambino di una scuola materna oggi è stato investito da un’auto”.

Chiedo: gli ha fatto molto male?

“Per fortuna no, una caviglia… Ma l’automobilista è scappato e i genitori degli altri bambini sono andati via tutti per paura di dover testimoniare. Il papà del bimbo, che non è di qui, è arrabbiatissimo con noi ferraresi”.

Oggi è il 20 novembre, anniversario della Convenzione ONU sui diritti dei bambini e degli adolescenti.

 

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.

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