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Filastrocca, a parte questo…

DiElena Buccoliero

Giu 18, 2018
banksy orfano femminicidio

Quanto sarebbe più semplice se l’orfano di femminicidio frequentasse il padre, se il bimbo maltrattato dichiarasse il suo amore per i genitori… Quanto sarebbe rassicurante e comodo se i cocci si ricomponessero, se chi è pieno di dolore facesse il piacere di digerirlo senza proporlo ai colloqui. Quanto sarebbe gratificante, per tutti quei professionisti, se la vittima potesse estrarre il pungiglione del trauma e dire insieme a loro: “Ma sì, a parte questo…”

 

Hai robusti armadietti

variopinti tappeti

dove rinchiudi i delitti

seppellisci i segreti.

 

Nella vecchia credenza

del bisnonno Martino

hai essiccato la violenza

che ha forzato il bambino.

 

Poi incontri una famiglia

distrutta da un reato.

Ma quanta meraviglia.

Non l’ha già perdonato?

 

Forse non è decenza

per il tuo stomaco gentile

che quella sofferenza

gli bruci da morire.

 

Sarebbe un po’ più semplice

se l’orfano di madre

certo non fosse complice

ma perdonasse il padre.

 

Facesse anche il piacere

di sanare il dissidio

lo andasse ad abbracciare

scordando l’omicidio.

 

Dai, cerca di capire

non è così che funziona.

Chi ha il vezzo di subire

non sempre accantona.

 

Ha il pensiero pesante

acido di rancore.

Col naso gocciolante

ti sporca il buonumore.

 

Prova ad immaginare

che ci vuole del tempo

e che per cancellare

non basta un momento.

 

Tu dici “A parte questo”

e nascondi la chiave

ma non è un pensiero onesto

se “questo” è un trauma grave.

 

Prova a posare gli occhi

dentro alla tua credenza.

La cosa che non tocchi

si chiama sofferenza.

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.

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