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Tu vuo’ fa’ ll’americano

DiDaniele Lugli

Mag 4, 2017
omicidi

Legittima difesa, articolo 52 del Codice Penale: “Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa. Sussiste il rapporto di proporzione se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere: a) la propria o la altrui incolumità; b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione. La disposizione si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale”. “Ho detto tutto”, direbbe Peppino a Totò.

Tutta la seconda parte è stata infatti aggiunta, nel 2006, per estendere quanto possibile, a taluno pareva già troppo, la presunzione di proporzionalità della difesa nei confronti di chi è aggredito o tale si senta. Certo non vieta a polizia e giudici di guardare cosa è successo quando c’è un morto di mezzo, anche se ladro o peggio. Non c’è proprio nulla da aggiungere, se non si vuole andare verso la difesa fai da te, fino al linciaggio. Io amo svisceratamente i western ma non fino al punto di ritenerli l’orizzonte della convivenza. C’è il bell’esempio degli Stati Uniti d’America, sento dire. Forse ne abbiamo da imparare, ma nulla in termini di sicurezza personale.

Se ci armiamo ci sentiamo più sicuri, si dice. Magari è vero. Che lo siamo è però sicuramente falso. Cambiare la norma, ampliarla – è stato sostenuto da molti, in modo irresponsabile, dentro e fuori la maggioranza – è un delittuoso invito ad armarsi, più di quanto già non si faccia. Come noto negli Usa le armi sono, in proporzione al numero degli abitanti, diffuse 10 volte di più che in Italia e i morti per arma da fuoco lo sono 100 volte di più. Non è un caso o una coincidenza statistica. Bella prospettiva di maggior sicurezza si apre! Magra consolazione che le armi siano adoperate più per suicidi che per omicidi.

I nostri politici lo sanno bene, ma dicono che bisogna mettersi in sintonia con il sentire popolare. È il sentire popolare che Hitler fiutò benissimo, e mica male anche Trump più recentemente…

Di Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2923), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948

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