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Il padre di tutti i complotti, dal nazismo a Hiroshima e Nagasaki

DiDaniele Lugli

Ago 3, 2020

Ne ho già accennato la scorsa settimana, Diavolo d’un Mazzini. Riprendo l’argomento. Illumina aspetti controversi della seconda guerra mondiale e ci porta all’attualità.

“Mazzini aveva scritto che la Seconda Guerra mondiale doveva distruggere il nazismo e aumentare il potere del sionismo politico per consentire lo stabilimento, in Palestina, dello Stato Sovrano d’Israele, come miccia per la futura Terza Guerra mondiale” .

Per distruggere il nazismo prima bisogna crearlo. Così sono all’opera i fratelli banchieri ebrei Warburg, Max (Reichsbank), Paul (Federal Reserve Bank) e Felix (Kuhn and Loeb di New York). Per non dire dei Rothschild, degli Schiff, dei Guggenheim, degli ebrei “generali e capi militari dell’esercito nazista”, degli ebrei “gestori del Campo di lavoro e di sterminio di Auschwitz, dove morirono non solo ebrei, ma anche cristiani e altre persone”.

“Col mito dell’Olocausto di milioni di Ebrei, iniziò la campagna mondiale che trovò il suo centro più potente negli Stati Uniti”. C’è stata “l’invasione della Palestina da parte degli Ebrei-Cazari”. Tutto un imbroglio! “Non erano discendenti dei Giudei” di ritorno alla terra promessa, ma “cosiddetti o sedicenti Ebrei”. In realtà “una popolazione barbara della Mongolia Centrale asiatica!”. Una sforbiciata di un rabbino sionista e qualche suo insegnamento, e il gioco – smascherato da Chiesa viva – è fatto. Tutto un imbroglio dunque e ci siamo caduti quasi tutti.

Un altro mistero viene svelato: perché Roosevelt abbia voluto così sfacciatamente favorire Stalin. Già aveva detto “al cardinale Spellman di voler dare l’Europa all’Unione Sovietica, prima del suo incontro con Stalin”. Quando l’incontra non si tiene più. Gli consegna “1.465 libbre di uranio, 417 tonnellate di cadmio, 437 tonnellate di cobalto, 12 tonnellate di torio, 110 libbre di acqua pesante e tutti i progetti della bomba atomica e del reattore per creare plutonio!”.

C’è una spiegazione che però, dopo averla bene soppesata, l’autorevole pubblicazione rifiuta. “Uomo senza carattere, Roosevelt era un incallito omosessuale che voleva avere una relazione personale con Stalin, e non sentiva alcun dovere verso la sicurezza della sua nazione… Era mentalmente fragile ed emotivamente squilibrato”.

Ma “Roosevelt veniva trattato male da Stalin e spesso veniva offeso dalle sue lettere… Stalin era lungi dall’essere simpatico o attraente”. Si potrebbe obiettare che l’amore è insondabile o, come si dice da noi, San’Antoni al s’é inamurà int un busghìn!, nel senso del maiale. La spiegazione fornita è però convincente. Il Presidente americano supera la delusione in nome dell’ideale. “Non era una relazione personale, ma un matrimonio ideologico. E l’ideologia di questo matrimonio era il piano degli Illuminati di Baviera e cioè l’avanzata del fronte del comunismo sovietico a metà dell’Europa per costituire una Internazionale comunista altrettanto forte dell’intera Cristianità. F.D. Roosevelt fu l’artefice di questo piano, mentre Stalin fu solo il beneficiario”.

Non meno sorprendente, almeno per me, è la spiegazione dell’impiego delle armi nucleari. Dall’inizio del 1945 i diplomatici giapponesi sollecitano una mediazione del Papa nei confronti degli stati Uniti per una conclusione della guerra a condizioni accettabili. Non se ne fa nulla. Il perfido Montini ci mette lo zampino. Non fa incontrare il Papa. “Sembrava proprio che la guerra non potesse terminare se non dopo che gli Stati Uniti avessero mostrato al mondo e alla Chiesa cattolica la potenza distruttiva della bomba atomica”. Così si arriva a sganciare le bombe. Si disse che “il bersaglio doveva essere un obiettivo militare e non civile”. Furono invece colpite Hiroshima il 6 e Nagasaki il 9 agosto. Ora sappiamo anche il perché della scelta. “Nagasaki e Hiroshima erano le due città in cui vivevano i cattolici del Giappone; quindi, le prime due bombe atomiche degli Stati Uniti furono sganciate su queste due città, per uccidere la quasi totalità dei cattolici del Giappone! Questo fu un messaggio chiaro a Papa Pio XII”. È stato l’ultimo papa vero, come è noto. Chiesa viva insegna a distinguere i papa veri dagli altri.

 

Di Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2923), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948

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